mercoledì 10 ottobre 2012

L'interno del Duomo di Arezzo - Particolari



L'altare di S. Donato, composto dall'arca in cui sono contenute le reliquie dei santi aretini, ricavata dall'altare duecentesco, e dall'enorme dossale eretto dopo il 1364 al disopra di essa. Alcune figurette poggiano su basi mobili che sembrano essere appartenute a pilastrini poligonali. Stilisticamente alcuni caratteri delle statuette e dei rilievi sono fiorentini della metà del secolo, mentre altri, quelli pertinenti alle Storie di S. Donato, potrebbero avere origine aretina.





E dal 22 aprile 2012 è stato inaugurato il nuovo presbiterio del Duomo di San Donato, frutto di un accorto studio teso a recuperare l’originaria concezione dell’edificio gotico, anche attraverso i tre arredi fondamentali della liturgia: l’altare, l’ambone e la cattedra episcopale.


Le tre opere sono state realizzate da Giuliano Vangi, artista fiorentino di fama mondiale, noto ai più per i suoi interventi nelle cattedrali di Pisa e Padova e per essere stato il primo artista occidentale ad avere un museo permanente dedicato in Giappone. Dal 2002, infatti, la città di Mishima ha inaugurato una struttura espositiva di 30mila metri quadrati che ospita una serie di installazioni dello scultore mugellese.


L’inserimento di opere contemporanee nel duomo aretino ha creato un acceso dibattito in città tra favorevoli e scettici. Tuttavia quello di Vangi è un intervento che rimarrà nella storia, aggiungendosi idealmente a tutti quei riordinamenti che nell’arco di oltre sette secoli hanno definito la cattedrale aretina come la vediamo oggi.


La liberazione della tribuna absidale dal coro ligneo cinquecentesco, realizzato su disegno di Giorgio Vasari (che troverà una nuova collocazione dopo il risanamento), e l’ampliamento del presbiterio sopraelevato contribuiscono a dare una migliore visione prospettica dell’Arca di San Donato restaurata. La nuova pavimentazione è in lastre di marmo bianco di Carrara, impreziosita da sottili fasce di pietra gialla di Gerusalemme; quella ai lati della zona presbiteriale è invece in quadri di marmo bianco e bardiglio, in continuità con l’impiantito ottocentesco del resto del duomo.


L’altare, in posizione baricentrica, è formato da una scultura in bronzo-nichel argentato con finiture in oro, raffigurante un sinuoso angelo che regge la mensa di marmo bianco. La cattedra marmorea, in asse con l’arca, presenta preziosi motivi e bassorilievi con episodi della Vita di San Donato. Il vuoto centrale, che evoca il sepolcro lasciato libero dal Cristo Risorto, è affiancato da un Angelo annunciante e dall’Albero della Vita. Su uno dei fianchi interni, invece, si scorge un bassorilievo raffigurante Gesù Morto.


(da Treccani, il portale del sapere http://www.treccani.it & Amaranto Magazine, http://www.amarantomagazine.it)

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